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martedì 4 ottobre 2011

Benvenuti a Cedar Rapids - megaupload ita


Tim Lippe è un venditore di assicurazioni che non ha mai lasciato la cittadina di Brown Valley nel Wisconsin. Unico suo svago dal lavoro: una relazione con quella che un tempo fu la sua insegnante, Macy Vanderhei. Costretto dalla morte ‘indecente’ di un collega a sostituirlo, Tim deve partire (si tratta del suo primo volo) per Cedar Rapids nello Iowa dove si tiene l’annuale convention della società e dove viene assegnato il Premio Due Diamanti come miglior venditore. All’arrivo si trova davanti un hotel lussuosissimo per i suoi parametri di provinciale e due compagni di stanza di cui inizialmente teme la compagnia. Al duo si aggiungeranno una simpatica e affascinante venditrice e una prostituta che staziona vicino all’albergo.

Sempre più spesso le commedie (in particolare quelle made in Usa) stereotipizzano situazioni e personaggi alla ricerca della risata fine a se stessa. Una risata cioè che non lasci alcuna traccia dopo la visione del film ma risulti solo come sollecitazione puramente epidermica, come un solletico autoreferenziale. Ben venga quindi un film che non rinuncia alla caratterizzazioni (avendo a disposizione Ed Helms e John C. Reilly non avrebbe potuto essere altrimenti) ma ha sempre presente dinanzi a sé l’umanità dei personaggi che porta sullo schermo. Tim non è uno stupido giovane uomo della provincia. È, molto più semplicemente ma anche molto più realisticamente, un adulto apparente. Cioè qualcuno che non si è mai liberato non tanto del bambino interiore (che ha fatto bene a tenersi stretto) quanto piuttosto di uno sguardo infantile nei confronti del mondo. Il microcosmo dell’hotel in cui si tiene la convention gli apre gli occhi sulla realtà e trasforma il suo inerme stupore in consapevolezza. Il processo avviene innescando buffe situazioni e smascherando i bad guys ma il grottesco e la farsa di bassa lega sono costantemente banditi. Si veda ad esempio il personaggio interpretato da Ann Heche, una madre con figli che vede l’incontro annuale non come una lotta per il piccolo potere di una società di assicurazioni quanto piuttosto come un’occasione per quelle trasgressioni che le possono rendere poi sostenibile la quotidianità. Incontrando lei Tim scopre l’incertezza di un sentimento che finora era solo rassicurante routine e comincia a crescere. Come questo film che ha due qualità in particolare: l’onestà nei confronti dello spettatore e la misura.

Audio 7
Video 10

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