Brutti, sporchi e cattivi è un film del 1976 diretto da Ettore Scola, vincitore del premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes.[1]
Trama:
Il film racconta la vita quotidiana di una famiglia di una baraccopoli romana dei primi anni settanta, una tribù di circa venticinque persone tra genitori, figli, consorti, amanti, nipoti e nonna. A capo di tutti c'è il vecchio Giacinto Mazzatella (Nino Manfredi): di origine pugliese (di cui conserva il dialetto), guercio, dispotico e fedifrago, tratta familiari e vicini al pari delle bestie. Questi possiede un milione di lire, risarcimento dell'assicurazione per aver perso un occhio, ed è ossessionato dal fatto che i parenti glielo possano rubare. S'innamora ricambiato di una gigantesca prostituta napoletana, Iside (interpretata da Maria Luisa Santella) con la quale inizia a dilapidare i soldi, e che si porta in casa attirandosi le ire della moglie. Questa, per lavare l'affronto, organizza con tutti i parenti l'assassinio di Giacinto con del veleno per topi nella pasta, ma tutto risulterà inutile: i soldi sono stati troppo ben nascosti dal vecchio che è sopravvissuto al veleno ingerendo acqua di mare e vomitando i resti della pasta. Tornato in forma, per acquistare una vecchia cabriolet vende (all'insaputa di tutti) per 800.000 lire la baracca ad un altro sfollato, che si presenta con la famiglia per prendere legittimo possesso dell'abitazione. Giacinto arriva con l'auto proprio mentre le due famiglie si azzuffano, e distrugge la baracca. Finale con le due famiglie riunite in un'altra baracca, e Giacinto che minaccia tutti di cacciarli via dopo aver recuperato i soldi, che metterà definitivamente al sicuro facendoseli ingessare al braccio.
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